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Letteratura

URCA CHE PARÒLI!

Mi richordo anchora

✦ I Edizione
a cura di Giovanni Negri e Gustavo Marchesi , con note di Cesare Zavattini, Einaudi, Torino 1976
Vincitore del Premio Letterario Viareggio : Opera Prima per la Narrativa 1977

✦ II Edizione
a cura di Giovanni Negri e Gustavo Marchesi , con note di Cesare Zavattini e introduzione di Alfredo Gianolio, Quodlibet, Macerata 2016

a lilla – quatro pietre in mortalate
a cura di Giovanni Negri e Gustavo Marchesi
Vanni Scheiwiller, Milano 1980

Inediti letterari
a cura di Giovanni Negri e Vittorio Erlindo
Renzo Pivetti Editore, Mirandola 1986 

 

La letteratura di Pietro Ghizzardi

Pietro Ghizzardi fu un prolifico ed instancabile scrittore – autodidatta e semi-analfabeta –  e considerò sempre la propria produzione letteraria al pari di quella pittorica e, particolarmente dopo il successo dell’autobiografia Mi richordo anchora (Einaudi, 1976) e la vittoria del Premio Viareggio Opera Prima per la narrativa (1977), pensò a sé stesso più come ad uno scrittore profetico che come ad un pittore, per quanto talentuoso.

Per Ghizzardi la parola, la lingua – la sua lingua scorretta, sgrammaticata, dialettizzata, sulfurea – era il mezzo complementare rispetto alla pittura per esprimere il proprio essere, guadagnando faticosamente il linguaggio a sé stesso, inventando un vero e proprio alfabeto in cui alle cose corrispondono valori fonetici e morfologici che le materializzano, estraendole dall’universo del concetto, precipitandole nel mondo. Ciò che l’autore tenta di realizzare è far fluire l’oralità nella permanenza della scrittura, riproducendone ritmi, ridondanze, pleonasmi, flessioni del racconto su sé stesso.

Così al caso letterario di Mi richordo anchora seguirono negli anni ’80 a lilla – quatro pietre in mortalate (edito da Vanni Scheiwiller) e gli Inediti letterari: veri e propri atti di rammemorazione e difesa del passato ormai definitivamente eclissato dalla contemporaneità.

Ma accanto alle opere che hanno visto la luce editoriale, permangono numerosi i manoscritti inediti custoditi presso l’Archivio Storico, nella Casa Museo Al Belvedere “Pietro Ghizzardi”; molti di essi furono trascritti da Giovanni Negri. Tra gli inediti si annoverano in particolare i Libri universali degli animali volanti e atterranti, completi di illustrazioni, veri e propri capolavori della letteratura spontanea, piccoli poemetti eziologici elaborati da un semplice, che in questi ultimi afflati poetici si lancia in uno sperimentalismo più ardito, fatto di rafforzamenti consonantici e iterazioni sillabiche insistite a fini espressivi.

La sicurezza che la propria opera non sarebbe tramontata lo spingeva ad affermare spesso e compiaciuto delle proprie composizioni: “Urca che paròli!”.



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