ANNI ’60
Negli anni ’60 Pietro Ghizzardi raggiunge, grazie alla mediazione di Cesare Zavattini, il riconoscimento di pubblico e critica, a quasi sessant’anni, e fa della pittura il proprio “mestiere”.
Nel 1961 riceve il primo riconoscimento ufficiale alla mostra d’arte ‘Città di Guastalla’: una sua opera viene premiata con medaglia d’oro.
Nel 1968 Alla mostra nazionale dei NaÏfs ‘Città di Luzzara’ riceve la medaglia d’oro del Presidente della Repubblica. Ormai Pietro è conosciuto, amato e rispettato, ma lui rimane sempre uguale, non cambia né carattere né modo d’abbigliarsi e continua a dipingere nella sua casetta, che ribattezza “la piccola galleria”, in cucina, inginocchiato sul pavimento.
La grafica è una direttrice parallela della sua produzione: nello stesso anno viene premiato con l’oro alla mostra internazionale di grafica contemporanea a Vignola.
I critici d’arte, e non solo loro, iniziano ad accorgersi di lui e così il pubblico.
Nel 1969 Ghizzardi dipinge il ciclo d’affreschi di Villa Soliani-Pini (Casa Falugi), una residenza di caccia edificata a fine ‘700: la cosiddetta ‘Cappella Sistina’ della Bassa di zavattiniana definizione.
Il segno rimane la caratteristica fondamentale della pittura di Ghizzardi: un tratto che incide e solca i visi, le masse corporee imponenti e abbondanti di figure femminili voraci, di uomini dall’aspetto nobile e dignitoso, di animali, soprattutto feroci.