COVER MRA

A Lilla – Quatro pietre in mortalate

a cura di Giovanni Negri e Gustavo Marchesi
Vanni Scheiwiller, Milano 1980

à bèati i morti che non avranno piu da dipendere a sotto degli uomini inchossienti e terribile e che non anno anchora richonossiuta la vera sincerita dèl pittore la vera ingenuita la vera sensibilita dèl pittore naif del pittore chontraddissionale delle chose giuste e sincere

Pietro Ghizzardi, a lilla – quatro pietre in mortalate

Untitled design (15)


a lilla è una lamentazione ed un’ode in memoria dell’amata cagnolina, ricordata con tenero affetto nelle proprie manifestazioni di amore canino e nei momenti di condivisione esistenziale, da cui Pietro Ghizzardi prende le mosse per una ingenua quanto commossa riflessione sulla vita e sulla morte, sulla presenza dei morti nella vita di chi resta, sulla distanza e lo strazio che la separazione dai congiunti e degli amici scomparsi suscita giorno dopo giorno, fino all’incontro con il mistero del trapasso.

Pietro Ghizzardi osserva la vita intorno a lui, annota lutti e perdite e ne crea una personalissima Spoon River in cui ritaglia uno spazio non secondario alle rivendicazioni ecologiste, a fronte di una civiltà sempre più orientata a cannibalizzare la natura.

Il libello, dedicato a Cesare Zavattini, si presenta più “sperimentale” del precedente Mi richordo anchora: l’ortografia di Ghizzardi registra un poderoso rafforzamento delle consonanti iniziali e delle reiterazioni sillabiche, per dare maggiore enfasi espressiva alle parole. La morfologia è la stessa di Mi richordo anchora, scomposta, disordinata, costellata di termini iperitalianizzati ed ipercorretti.

adminA Lilla